| Vero, Beppe: il periodo è duro. Il girone non sarà di ferro, ma è tosto comunque. Partite facile non ne ho viste, finora. Potevamo vincere i due pareggi, ma poco altro secondo me, salvo prestazioni straordinarie (come ogni tanto ci capitano e come dev'essere stata quella contro l'Omi - con me assente). Ed è difficile così mantenere alta la motivazione. Per me è la sfida più grande quest'anno (in cui ho anche altri pensieri ed è giusto - finalmente - che sia così): la tentazione a volte è di entrare già sconfitto, o di giocarmela davvero solo quei cinque minuti necessari a capire che gli avversari di turno ci sono, o ci appaiono, superiori. Diventa quasi un alibi. A quel punto, conoscendomi, due strade: o mi abbatto per inferiorità, o mi incavolo per frustrazione. Ambedue non rendono, però. Sicuramente non lo fanno a livello di squadra.
In effetti il nostro difetto di non avere un gioco non è una gran novità. Noi si improvvisa. Va già bene che da quando c'è Manu che decide entriamo un minimo organizzati e facciamo cambi con senso (non si vedono più le pazzie dell'anno scorso). Non basta, quest'anno.
Io sono fondamentalmente d'accordo su quanto dice Gianca sulla soluzione Fede-Beppe in fascia, anche se meglio con Manu da pivot davanti. Dev'essere un'extrema ratio cui ricorrere quando - essendo già sotto - non abbiamo nulla da perdere. Perché così siamo leggeri assai dietro e soffriamo molto le inevitabili amnesie di copertura (mie per primo) derivate dall'aver schierato 3/4 di squadra che non ha nel DNA i cromosomi del buon difensore. A questo, aggiungiamo pure che - come argomenta Gianca, per altri versi -non abbiamo la preparazione per reggere più di 5'-10' a quei ritmi. Perché c'è da correre come dei dannati con quel modulo di gioco. Vero è che funziona. Anche se funziona - fateci caso! - sempre nel finale di partita, quando anche gli altri mollano un po' e due avversari veloci sulle fasce possono metterli in croce sul piano dinamico.
Circa il resto, Beppe, e in particolare il tuo discorso circa la totale mancanza d'identità di gioco, confermo al 100%. Come dice Gianca, non speriamo nei mircaoli dopo 10 anni che si gioca assieme, ma miglioramo poco alla volta quello che già c'è. Per esempio, perchè non discutere 5' prima della gara di 1 (uno-che-è-uno!) schema su calcio d'angolo (parentesi ampia: nell'allenamento con le donne ho avuto modo di vedere come dovrebbe funzionare davvero lo schema dell'incrocio. Gianca le ha costrette a ripeterlo 100 volte, curando i dettagli. Non è un banale "incrocio". E noi nemmeno quello riusciamo a fare. Le donne, a volte, sì). Oppure accordarci su 1 (una-che-è-una) modalità di ripresa del gioco (se parte Stafanino - faccio per dire: la gioca in fascia che - regolarmente e con sistematicità - prova l'uno-due con la punta che le viene incontro. O la gioca alla punta che prova l'uno-due con una fascia e va in sovrapposizione, mentre l'ala si accentra per il passaggio di ritorno). Si tratta di cose semplici e banali come le triangolazioni. Io però ne ricordo due da parte nostra nell'ultima partita (di cui una, improbabilissima, volante...). Questo tipo di cose non succedono a dirle e a scriverle. succodono solo se ci si organizza davvero, se ci si crede tutti, se ci si impegna tutti, se ci si sforza tutti. Partita per partita, con molta pazienza, molta determinazione, molta continuità.
Altrimenti continuiamo a giocare così (che per carità: va benissimo). Improvvisando. Quest'anno (e ogni anno che passa) sarà più dura (dell'anno prima).
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